Il progressivo abbandono dei protocolli di sicurezza Covid ha eliminato l'obbligo di utilizzare i dispositivi medici e di protezione da parte di soggetti diversi dal personale sanitario, anche se in molti settori si è continuato a utilizzarli su base volontaria.
Nella Risposta n. 141 del 23 maggio l'Agenzia delle Entrate ha chiarito in merito alla possibilità, nonostante il superamento del periodo emergenziale, che le cessioni alle aziende della grande distribuzione che utilizzano i prodotti sia ai fini della protezione sanitaria dei propri dipendenti, sia per la vendita al pubblico e/o per i grossisti che normalmente rivendono
tali prodotti ad aziende di tutti i settori merceologici che potrebbero utilizzarli tanto per
motivi sanitari che operativi, continuino ad essere soggette all'aliquota Iva ridotta del
5%.
Se i beni ceduti sono dei DPI o dei dispositivi medici, compresi in una delle voci doganali individuate dall'ADM nell'allegato I della circolare 5/D del 2023, spiegano le Entrate, continua ad appicarsi l'aliquota IVA del 5% in ogni fase della loro commercializzazione, dal produttore fino alla vendita al dettaglio, dato che il requisito dell'uso per finalità sanitarie può ritenersi soddisfatto ogniqualvolta "non emerga in modo chiaro e univoco prova del contrario".