Mi confronto spesso con professionisti in seria difficoltà nella gestione degli incassi e degli insoluti.
Sovente i problemi scaturiscono da una gestione poco puntuale ed attenta di questa funzione aziendale da parte dello studio. Nel tempo si sono accumulate posizioni che per esigenze particolari del cliente si è deciso di non gestire; ci si è presto resi conto che più la somma cresceva, più diventava complesso ottenerla; tuttavia, seppure la speranza di incassare quel credito vada affievolendosi, si continua a lavorare per il cliente non puntuale.
Certo, fortunatamente non tutti i rapporti coi clienti si sono sviluppati così e certo, il professionista quando ci si mette riesce a contenere il problema... Ma condividerete con me che c'è bisogno di un processo gestito dalla struttura in automatico, pena il perdere pezzi e accorgersi che lo studio sta facendo da banca ai clienti.
La direzione dovrà innanzitutto stabilire quali sono i tempi di pagamento desiderati. Il mio consiglio è di cadenzare il forfait e conguagliare periodicamente. Così facendo, vedrete che il cliente digerirà l'onorario richiesto ben più facilmente: l'impatto psicologico di 100 euro al mese è decisamente minore di 1200 annuali.
Inoltre, è un'ottima occasione per creare un contratto qualora mancasse. Non è necessario che tutti i clienti seguano uno standard predefinito, ma più situazioni riuscirete a standardizzare, più efficace sarà il processo e meno tempo richiederà a voi. Sarà poi necessario educare i clienti alla puntualità, perché, formalità contrattuale o meno, i furbetti (delle RIBA) non si faranno scoraggiare.
In seconda battuta, sarà necessario formare la struttura sul come comportarsi in questi casi: quando far partire la prima telefonata di sollecito, o come proseguire nel caso in cui la situazione non rientrasse.
A che punto deve intervenire il professionista? Quando la struttura non ha più spazi di manovra, ovvero quando il cliente si ostina a non pagare e si dimostra sordo alle giuste richieste dello studio. A questo punto sta al professionista decidere cosa fare, e bilanciare ogni aspetto della delicata situazione. Nelle vostre valutazioni dovete certamente tenere in considerazione la situazione specifica del cliente, ma non perdete mai di vista il quadro generale di studio.
Quanti clienti stanno comportandosi così? Che significato economico finanziario ha questa situazione sulla mia struttura? Come ho intenzione di gestirne le evoluzioni?
Una volta deciso il da farsi, il professionista deve scendere in campo, e contattare direttamente il cliente. Lo so, la telefonata col cliente insolvente è una delle più difficili da fare, ma fa parte del vostro lavoro.
Il segreto è affrontare il problema con consapevolezza, e con obiettivi e piani d'azione precisamente delineati. Se non avete ben chiaro in mente come deve concludersi quella telefonata, vi ritroverete in balia dei soliti clienti, tanto bravi commercialmente quanto abituati ad approfittarsene.
Questo non significa che non si possa fare l'eccezione o andare incontro ad un cliente in difficoltà, ma sta alla vostra abilità di gestione la valutazione del peso delle decisioni e alla vostra capacità imprenditoriale capire la cosa giusta da fare.
Voglio infine toccare un aspetto psicologico legato alla difficoltà che l'atto stesso di chiedere i soldi dovuti comporta per alcuni. Tenete sempre a mente che Il lavoro è stato svolto, e che voi siete stati presenti per il cliente quando ne aveva bisogno. Chiedere ciò che vi è dovuto è un vostro assoluto diritto e starà al cliente spiegarsi e trovare una soluzione che sia per voi accettabile. Se in questa fase ricevete minacce di cambiare studio o motivazioni campate per aria, non fatevi prendere in giro, non sono questi i clienti che state cercando.
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Il Trattamento di Fine Mandato
L’attribuzione del Trattamento di Fine Mandato (T.F.M.) quale compenso aggiuntivo da riconoscere agli amministratori di una società, presenta vantaggi importanti che si manifestano su due piani:
- fiscale
- gestionale/strategico.
1. Vantaggi fiscali
Il T.F.M. rappresenta un'importante leva di pianificazione fiscale per le società e un significativo beneficio per i suoi amministratori.
Questo compenso, erogato al termine del rapporto di amministrazione, se correttamente strutturato, offre un duplice vantaggio fiscale: per l'azienda che lo accantona e per l'amministratore che lo percepisce.
I benefici fiscali del T.F.M. si articolano principalmente in due ambiti:
- la deducibilità del costo per competenza per la società, con conseguente riduzione dell'imponibile IRES ogni anno e
- la tassazione separata per il percipiente.
2. Vantaggi gestionali e strategici
Tralasciando il caso – peraltro molto frequente nelle società di piccole dimensioni (cosiddette “familiari”) di attribuzione del TFM per aspetti principalmente fiscali, è utile considerare il TFM un potente strumento di gestione aziendale perché favorisce questi importanti fattori:
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- fidelizzazione e incentivazione: il TFM agisce come un incentivo a lungo termine. Sapendo di avere una somma importante che matura nel tempo, l'amministratore è più propenso a rimanere legato alla società e a lavorare per il suo successo duraturo. È un modo per premiare la lealtà e la permanenza.
- attrazione di talenti: in fase di assunzione di un manager di alto profilo, offrire un pacchetto retributivo che include anche il TFM rende la posizione più attraente e competitiva rispetto a società che offrono solo un compenso fisso.
- pianificazione finanziaria: accantonare il costo anno per anno permette una gestione finanziaria più ordinata e prudente. La società non si troverà a dover affrontare un esborso improvviso e imprevisto alla fine del mandato, poiché il costo è stato spalmato contabilmente su più esercizi, dando una rappresentazione più fedele della situazione patrimoniale.
In conclusione, per la società il TFM non è semplicemente un costo aggiuntivo, ma un investimento strategico che, se correttamente pianificato, genera un importante risparmio fiscale immediato e contribuisce a creare un rapporto più solido e duraturo con il proprio management.
Questo lavoro affronta i principali aspetti civilistici e fiscali e indica il modo corretto di operare, per permettere l’imputazione della quota annua di costo societario per competenza ed evitare che lo strumento utilizzato porti a contestazioni o riprese fiscali da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
Fa parte di questo strumento pratico operativo (tool) il verbale di assemblea dei soci.
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Contratto di joint venture tra studi professionali
Il contratto di joint venture si può definire nel nostro caso come un accordo in forza del quale due o più studi (o imprenditori) mettono in comune dei mezzi per collaborare e cooperare al fine di fornire una maggiore specializzazione e quindi un'assistenza al cliente più completa sotto vari aspetti (giuridico, di diritto internazionale, fiscale).
Nell'esecuzione della propria prestazione professionale, ciascuno studio conserva autonomia e individualità, così che siamo di fronte ad un contratto associativo atipico, distinto anche dal contratto di società.
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Cessione di credito
La cessione di credito è un contratto in base al quale un soggetto (cedente) trasferisce ad un altro soggetto (cessionario o factor) tutti o parte dei crediti presenti e/o futuri, derivanti dalla propria attività imprenditoriale e vantati nei confronti di terzi.
Il contratto richiede la consegna dei documenti da cui risulta il credito stesso, con l’ovvia conseguenza del passaggio al cessionario di tutti i diritti, compresi anche i privilegi, che accedono al credito stesso.
Affinchè la cessione esplichi la sua efficacia, deve essere notificata al debitore ceduto. In seguito alla notifica i terzi creditori del cedente non avranno più titolo a valersi su un credito non più nella sfera di disponibilità dello stesso cedente, essendone stata trasferita la titolarità in capo al cessionario.
La cessione di credito è anche conosciuta con il termine di derivazione inglese "Factoring" che non necessariamente che prevede la cessione del credito pura e semplice ma innanzi tutto la fornitura di una serie di servizi di gestione del credito da parte del factor (cessionario) tra cui: contabilizzazione, gestione e riscossione dei crediti. Insieme a questi servizi il contratto di factoring può contenere la garanzia dell'eventuale inadempimento dei debitori e la possibilità di finanziamenti al cedente sia attraverso la concessione di prestiti, sia attraverso il pagamento anticipato dei crediti ceduti. (Full Factoring).