Lunedì 27 febbraio 2023

Il costo dell’energia in discesa spegne l’inflazione, che però resta a doppia cifra a gennaio

a cura di: Dott. Gianmaria Vianova
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Il costo dell’energia in discesa spegne l’inflazione, che però resta a doppia cifra a gennaio

Secondo gli ultimi dati Istat, nel mese di gennaio 2023 l’inflazione avrebbe rallentato ulteriormente rispetto a dicembre. Valori sempre a doppia cifra ma che di fatto sancirebbero il superamento del picco nella crescita dei prezzi. Stando all’Istituto di statistica, nel primo mese dell’anno l’indice dei prezzi al consumo è passato dall’11,6% al +10,1% tendenziale, con una crescita mensile del paniere di prodotti che si limita a +0,1%.

A guidare la discesa dell’inflazione è lo stesso elemento che nel corso del 2022 ne ha guidato la fiammata, ovvero i beni energetici. La categoria dei regolamentati è passata da un pesantissimo +70,2% a -12,0% mentre quella dei non regolamentati da +63,3% a +59,3%. La tendenza dei prezzi energetici è particolarmente evidente sul mercato all’ingrosso. I dati GME, il gestore dei mercati energetici, registra per febbraio un Prezzo Unico Nazionale di poco superiore ai 160 €/MWh nel mese di febbraio 2023. Un valore decisamente più elevato rispetto alla media storica (nel 2019, prima della pandemia, un MegaWattora costava circa 52 €) che però costituisce un fondamentale passo avanti rispetto alle quotazioni record del 2022. L’anno scorso il PUN ha sfiorato i 300 €/MWh a dicembre 2022 e superato i 543 €/MWh in agosto. La stessa dinamica si registra anche sul mercato del gas osservando l’andamento del PSV, riferimento per il mercato italiano. La media di febbraio è inferiore ai 60 €/MWh, con una costante discesa nelle ultime settimane. Nel mese di dicembre 2022 le quotazioni erano circa il doppio (116 €/MWh), in agosto 2022 addirittura quasi il quadruplo (233 €/MWh). Sebbene le tensioni strutturali sul mercato rimangano (rigidità nell’offerta di energia elettrica e gas naturale), una stagione invernale eccezionalmente “calda” e il livello degli stoccaggi di gas decisamente superiori a quelli del 2022 ha portato una relativa calma con un equilibrio dei prezzi su un livello inferiore.

Mentre i beni energetici rifiatano, l’inflazione di fondo accelera ulteriormente da +5,8% a +6,0%. Questo indicatore, al netto di componenti volatili come gli alimentari freschi e (appunto) l’energia, è più affine alla realtà dei consumatori e dei beni di più comune acquisto. Essendo questa inflazione trascinata soprattutto dai beni energetici, l’indicatore di fondo segue il tasso di inflazione vero e proprio con un leggero ritardo.

Resta notevole il differenziale inflazionistico tra i beni e i servizi. I primi vedono il loro prezzo salire del 14,1% mentre quello dei secondi soltanto del 4,2%. A dicembre il differenziale tra i due insiemi era del 13%, questo mese solo di 9,9 punti percentuali.

Come recita il commento dell’Istat: “A gennaio, l’inflazione evidenzia un netto rallentamento, scendendo a +10,0%. La discesa risente dell’andamento delle componenti più volatili dell’indice dei prezzi al consumo, fortemente condizionato dall’inversione di tendenza dei Beni energetici regolamentati (-12,0% su base annua). Restano diffuse, tuttavia, le tensioni sui prezzi al consumo di diverse categorie di prodotti, quali gli alimentari lavorati, gli altri beni (durevoli e non durevoli) e i servizi dell’abitazione, che contribuiscono alla lieve accelerazione della componente di fondo”.

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  • Il Trattamento di Fine Mandato

    Il Trattamento di Fine Mandato

    L’attribuzione del Trattamento di Fine Mandato (T.F.M.) quale compenso aggiuntivo da riconoscere agli amministratori di una società, presenta vantaggi importanti che si manifestano su due piani:

    - fiscale
    - gestionale/strategico.

    1. Vantaggi fiscali
    Il T.F.M. rappresenta un'importante leva di pianificazione fiscale per le società e un significativo beneficio per i suoi amministratori.
    Questo compenso, erogato al termine del rapporto di amministrazione, se correttamente strutturato, offre un duplice vantaggio fiscale: per l'azienda che lo accantona e per l'amministratore che lo percepisce.
    I benefici fiscali del T.F.M. si articolano principalmente in due ambiti:

    - la deducibilità del costo per competenza per la società, con conseguente riduzione dell'imponibile IRES ogni anno e
    - la tassazione separata per il percipiente.


    2. Vantaggi gestionali e strategici
    Tralasciando il caso – peraltro molto frequente nelle società di piccole dimensioni (cosiddette “familiari”) di attribuzione del TFM per aspetti principalmente fiscali, è utile considerare il TFM un potente strumento di gestione aziendale perché favorisce questi importanti fattori:

      • fidelizzazione e incentivazione: il TFM agisce come un incentivo a lungo termine. Sapendo di avere una somma importante che matura nel tempo, l'amministratore è più propenso a rimanere legato alla società e a lavorare per il suo successo duraturo. È un modo per premiare la lealtà e la permanenza.
      • attrazione di talenti: in fase di assunzione di un manager di alto profilo, offrire un pacchetto retributivo che include anche il TFM rende la posizione più attraente e competitiva rispetto a società che offrono solo un compenso fisso.
      • pianificazione finanziaria: accantonare il costo anno per anno permette una gestione finanziaria più ordinata e prudente. La società non si troverà a dover affrontare un esborso improvviso e imprevisto alla fine del mandato, poiché il costo è stato spalmato contabilmente su più esercizi, dando una rappresentazione più fedele della situazione patrimoniale.

    In conclusione, per la società il TFM non è semplicemente un costo aggiuntivo, ma un investimento strategico che, se correttamente pianificato, genera un importante risparmio fiscale immediato e contribuisce a creare un rapporto più solido e duraturo con il proprio management.

    Questo lavoro affronta i principali aspetti civilistici e fiscali e indica il modo corretto di operare, per permettere l’imputazione della quota annua di costo societario per competenza ed evitare che lo strumento utilizzato porti a contestazioni o riprese fiscali da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

    Fa parte di questo strumento pratico operativo (tool) il verbale di assemblea dei soci.

    a cura di: Studio Meli S.t.p. S.r.l.
  • Assegnazione Agevolata Immobili Società. Tassazione Soci 2025

    Assegnazione Agevolata Immobili Società. Tassazione Soci 2025

    La legge di bilancio 2025 ha previsto la possibilità, per le società, di assegnare e/o cedere ai soci gli immobili non strumentali per destinazione (oltre ai beni mobili registrati).
    In particolare è prevista l’applicazione di una imposta sostitutiva dell’8% (10,5% se le società sono risultate NON operative nei tre esercizi precedenti) sulla eventuale plusvalenza risultante dalla differenza tra il valore normale, in ipotesi di assegnazione, o il prezzo di cessione, in ipotesi di cessione, e il costo fiscalmente riconosciuto dei beni assegnati/ceduti, con la particolarità che in caso di assegnazione il valore normale per i beni immobili può essere, alternativamente al valore normale ex art. 9 del TUIR, assunto pari al “valore catastale” applicando alla rendita catastale i moltiplicatori previsti ai fini dell’imposta di registro. In caso di cessione il corrispettivo, se inferiore al valore normale, determinato alternativamente ex art. 9 TUIR o in base al “valore catastale”, dovrà essere computato in misura non inferiore al valore normale stesso.
    Altro vantaggio dell’operazione consiste nel fatto che, in caso di applicazione di imposta di registro proporzionale le aliquote applicate siano ridotte della metà.

    a cura di: Studio Meli e Studio Manuali
  • Dal 'lordo' al 'netto': lavoro dipendente. Versione cloud

    Dal 'lordo' al 'netto': lavoro dipendente. Versione cloud

    In ambito di "lavoro dipendente" si fa spesso riferimento alla RAL (Reddito Annuale Lordo), che rappresenta l'ammontare totale che un dipendente guadagna in un anno prima di eventuali detrazioni o imposte.
    È un dato importante e facilmente confrontabile tra casi diversi ma non rappresenta né lo stipendio netto su cui può far conto il lavoratore, né il costo effettivo a carico del datore di lavoro.

    a cura di: AteneoWeb Cloud 3
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