Lunedì 18 settembre 2023

La sanificazione nel post pandemia: le indicazioni dell’Inail

a cura di: Studio Valter Franco
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La sanificazione nel post pandemia: le indicazioni dell’Inail

L’INAIL ha pubblicato una Guida sulla SANIFICAZIONE NEL POST PANDEMIA – LA STANDARDIZZAZIONE DEI PROCESSI, di circa 158 pagine, che si riferisce in generale a tutti i settori di attività: attività produttive, bar, ristoranti, supermercati, scuole, trasporto pubblico. 
La finalità è quella di sensibilizzare gli interessati nei processi di pulizia e sanificazione come prassi standard di prevenzione dagli infortuni e dalle malattie sul lavoro. Link alla Guida

Tutte le attività lavorative comportano dei rischi in grado di causare un danno ed il datore di lavoro ha la responsabilità di valutare tutti i rischi e di adottare tutte le misure di prevenzione e protezione utili a prevenire infortuni e malattie professionali.
Preliminarmente occorre fare chiarezza sui termini che vengono utilizzati e spesso confusi:

  • la Pulizia è il procedimento atto a rimuovere polveri, materiale non desiderato o sporcizia da superfici, oggetti, ambienti chiusi (se non industriali, generalmente indicati con il termine inglese indoor), è l’operazione meccanica/chimica che consente di rendere le superfici visibilmente pulite;
  • la Disinfezione, invece, è il complesso di procedimenti e operazioni atti a sanificare determinati ambienti mediante la distruzione o inattivazione dei microrganismi patogeni. Un disinfettante per definirsi tale, deve essere registrato presso il Ministero della Salute come Presidio medico chirurgico o Biocida. Esistono sul mercato alcuni formulati solamente disinfettanti oppure detergenti-disinfettanti;
  • la Sanificazione, infine, indica il complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l’attività di pulizia e di disinfezione ovvero mediante il controllo e il miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura, l’umidità e la ventilazione ovvero per quanto riguarda l’illuminazione e il rumore.

La Guida, a pagina 32, effettua ulteriori distinzioni tra i vari prodotti (detergenti, detergenti alcalini cioè sgrassanti, prodotti per la pulizia a secco, attivatori biologici) dettando i requisiti per gli stessi (cioè la conformità ai Decreti) nonché alle macchine ed utilizzate, alla carta tissue (carta igienica, asciugatutto, tovagliame, fazzoletti, lenzuolini medici, rotoli industriali).

Prosegue il documento illustrando la pianificazione degli interventi di pulizia, quella ordinaria, periodica, straordinaria; il documento di valutazione dei rischi verrà allegato al contratto di appalto con l’impresa di pulizie indicando le modalità del servizio, la frequenza delle operazioni etc., accompagnato dalle relative schede di sicurezza. 
Viene consigliato di incaricare una persona che monitori il risultato e che segnali eventuali inadeguatezze alla ditta che svolge il servizio o a chi incaricato delle pulizie, con controllo mensile attraverso un Verbale di Controllo (pag. 47). 

Il documento prevede l’informazione, la formazione e l’addestramento dei lavoratori nei processi di pulizia e sanificazione e altri rischi (pag. 54, es. primo soccorso – antincendio), la formazione e addestramento per la sicurezza sul lavoro del personale addetto alle pulizie (pag. 56), la movimentazione manuale dei carichi, il corretto utilizzo delle attrezzature (spazzatrice, lavasciugapavimenti, monospazzola, aspirapolveri, battitappeto, idropulitrice etc.).

A pagina 116 viene trattato l’argomento dei rischi derivanti dalla mancata sanificazione degli impianti di climatizzazione; tra gli agenti biologici che spesso contaminano gli impianti e che sono in grado di causare patologie nell’uomo, sono compresi diversi generi di batteri (i.e. Stafilococchi, Pseudomonas, Legionella e altri gram negativi), funghi (i.e. Cladosporium, Penicilium, Alternaria, Fusarium, Aspergillus ecc) e loro residui (endotossine, micotossine), virus (i.e. Rhinovirus, Adenovirus, Coronavirus e virus influenzali, etc.), derivati vegetali e animali (peli di animali, acari e pollini).

Prosegue il documento illustrando la cura e la pulizia delle mani (pag. 119) rammentando che gli igienizzanti per la cute non possono vantare azione disinfettante, il termine igienizzante viene utilizzato solo per indicare il fine di rendere igienica – ovvero pulita – la cute, eliminando le sostanze nocive (in parte anche microrganismi) presenti (cosa ben nota nel periodo COVID nel quale era enorme la confusione tra gel igienizzate e disinfettante); vengono quindi illustrate le caratteristiche dei dispositivi individuali di protezione (DPI), la sorveglianza sanitaria per gli addetti alle pulizie e sanificazione all’interno di aziende. 


Negli allegati (pag. 135) vengono illustrate le modalità degli ambienti non sanitari e, in particolare a pagina 137 e 138 le modalità per gli uffici, nei quali è possibile riscontrare concentrazioni eccessive di polveri, batteri, virus, funghi e allergeni di varia natura (microbi, acari, pollini) provenienti dall’esterno e veicolati all’interno attraverso gli impianti di aerazione e le finestre o introdotti involontariamente dagli stessi occupanti. Sono, inoltre, fonte di contaminazione chimica e biologica il materiale cartaceo, gli arredi, i tendaggi, le coibentazioni, gli impianti di climatizzazione e le attrezzature da ufficio. La trasmissione degli agenti biologici può avvenire principalmente per inalazione di bioaerosol o per contatto con superfici e oggetti contaminati e i possibili effetti per la salute spaziano dai disturbi delle vie respiratorie, le allergie, le infezioni, alla Sick Building Sindrome (SBS, sindrome ad ampio spettro sintomatologico, astenia, rinite, debolezza, irritazione delle mucose e febbre, senza apparenti cause specifiche che si risolvono abbandonando l’ambiente insalubre o inquinato) e alle Building Related Illness (BRI, patologie come asma, polmonite da ipersensibilità, febbre, rinosinusite e infezioni per le quali è identificabile uno specifico agente causale).

La recente pandemia di Covid-19, inoltre, ha posto la pulizia delle superfici, specialmente quelle di uso più comune e promiscuo, al centro delle procedure igieniche da adottare per prevenire la diffusione del contagio. A pagina 137 e 138 viene riportata una check list delle aree e superfici da pulire, a pagina 144-145 vengono fornite le indicazioni per i servizi igienici ed infine, a pagina 154-155, vengono riportate le frequenze di intervento standard per tipologia di ambiente.

AUTORE:
Autore AteneoWeb: Dott.ssa Valentina Serra

Dott.ssa Valentina Serra

Dottore Commercialista
Studio Valter Franco
Nel 2018 ha conseguito la laurea magistrale in Economia Aziendale, indirizzo Professioni Contabili presso l’Università degli Studi di Torino. Ha svolto il periodo di praticantato presso Studio Franco...
di Fossano. Nel 2020 ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della libera professione di Dottore Commercialista ed è iscritta all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Cuneo.
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    L’attribuzione del Trattamento di Fine Mandato (T.F.M.) quale compenso aggiuntivo da riconoscere agli amministratori di una società, presenta vantaggi importanti che si manifestano su due piani:

    - fiscale
    - gestionale/strategico.

    1. Vantaggi fiscali
    Il T.F.M. rappresenta un'importante leva di pianificazione fiscale per le società e un significativo beneficio per i suoi amministratori.
    Questo compenso, erogato al termine del rapporto di amministrazione, se correttamente strutturato, offre un duplice vantaggio fiscale: per l'azienda che lo accantona e per l'amministratore che lo percepisce.
    I benefici fiscali del T.F.M. si articolano principalmente in due ambiti:

    - la deducibilità del costo per competenza per la società, con conseguente riduzione dell'imponibile IRES ogni anno e
    - la tassazione separata per il percipiente.


    2. Vantaggi gestionali e strategici
    Tralasciando il caso – peraltro molto frequente nelle società di piccole dimensioni (cosiddette “familiari”) di attribuzione del TFM per aspetti principalmente fiscali, è utile considerare il TFM un potente strumento di gestione aziendale perché favorisce questi importanti fattori:

      • fidelizzazione e incentivazione: il TFM agisce come un incentivo a lungo termine. Sapendo di avere una somma importante che matura nel tempo, l'amministratore è più propenso a rimanere legato alla società e a lavorare per il suo successo duraturo. È un modo per premiare la lealtà e la permanenza.
      • attrazione di talenti: in fase di assunzione di un manager di alto profilo, offrire un pacchetto retributivo che include anche il TFM rende la posizione più attraente e competitiva rispetto a società che offrono solo un compenso fisso.
      • pianificazione finanziaria: accantonare il costo anno per anno permette una gestione finanziaria più ordinata e prudente. La società non si troverà a dover affrontare un esborso improvviso e imprevisto alla fine del mandato, poiché il costo è stato spalmato contabilmente su più esercizi, dando una rappresentazione più fedele della situazione patrimoniale.

    In conclusione, per la società il TFM non è semplicemente un costo aggiuntivo, ma un investimento strategico che, se correttamente pianificato, genera un importante risparmio fiscale immediato e contribuisce a creare un rapporto più solido e duraturo con il proprio management.

    Questo lavoro affronta i principali aspetti civilistici e fiscali e indica il modo corretto di operare, per permettere l’imputazione della quota annua di costo societario per competenza ed evitare che lo strumento utilizzato porti a contestazioni o riprese fiscali da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

    Fa parte di questo strumento pratico operativo (tool) il verbale di assemblea dei soci.

    a cura di: Studio Meli S.t.p. S.r.l.
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