Lunedì 14 marzo 2022

I rapporti di lavoro delle associazioni di volontariato, l'associazione di promozione sociale e le imprese sociali

a cura di: AteneoWeb S.r.l.
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Il D.Lgs. 117 del 3 luglio 2017 (Codice del Terzo Settore),  in materia di rapporti di lavoro, contiene sia le regole del  lavoro subordinato, autonomo, parasubordinato, ovvero di collaborazione coordinata continuativa, sia del “lavoro fuori mercato” che si configura in prestazioni che presuppongono l’inesistenza di un qualsiasi rapporto di lavoro con l’ente o l’associazione di appartenenza.

Nel primo caso (lavoro  dipendente etc), l’attività lavorativa (svolta per le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, l’impresa sociale e/o la cooperativa sociale) ricade in una prestazione di lavoro subordinato e si applica. Inderogabilmente, la disciplina protettiva tipica e, nel secondo caso, sono importanti le disposizioni normative del Codice del Terzo Settore che si occupano delle prestazioni di lavoro dei volontari.

Abbiamo pubblicato l'ebook Terzo settore; i rapporti di lavoro nelle Associazioni di volontariato, nelle Associazioni di promozione sociale e nelle Imprese sociali, che fotografa entrambe le prestazioni accordate agli Ets, non dimenticando di tratteggiarne le caratteristiche specifiche che le contraddistinguono.


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    Tuttavia, questo approccio informale, un tempo la norma, oggi espone a rischi fiscali significativi che non possono essere ignorati.

    a cura di: Studio Meli S.t.p. S.r.l.
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    a cura di: Studio Meli e Studio Manuali
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    L’attribuzione del Trattamento di Fine Mandato (T.F.M.) quale compenso aggiuntivo da riconoscere agli amministratori di una società, presenta vantaggi importanti che si manifestano su due piani:

    - fiscale
    - gestionale/strategico.

    1. Vantaggi fiscali
    Il T.F.M. rappresenta un'importante leva di pianificazione fiscale per le società e un significativo beneficio per i suoi amministratori.
    Questo compenso, erogato al termine del rapporto di amministrazione, se correttamente strutturato, offre un duplice vantaggio fiscale: per l'azienda che lo accantona e per l'amministratore che lo percepisce.
    I benefici fiscali del T.F.M. si articolano principalmente in due ambiti:

    - la deducibilità del costo per competenza per la società, con conseguente riduzione dell'imponibile IRES ogni anno e
    - la tassazione separata per il percipiente.


    2. Vantaggi gestionali e strategici
    Tralasciando il caso – peraltro molto frequente nelle società di piccole dimensioni (cosiddette “familiari”) di attribuzione del TFM per aspetti principalmente fiscali, è utile considerare il TFM un potente strumento di gestione aziendale perché favorisce questi importanti fattori:

      • fidelizzazione e incentivazione: il TFM agisce come un incentivo a lungo termine. Sapendo di avere una somma importante che matura nel tempo, l'amministratore è più propenso a rimanere legato alla società e a lavorare per il suo successo duraturo. È un modo per premiare la lealtà e la permanenza.
      • attrazione di talenti: in fase di assunzione di un manager di alto profilo, offrire un pacchetto retributivo che include anche il TFM rende la posizione più attraente e competitiva rispetto a società che offrono solo un compenso fisso.
      • pianificazione finanziaria: accantonare il costo anno per anno permette una gestione finanziaria più ordinata e prudente. La società non si troverà a dover affrontare un esborso improvviso e imprevisto alla fine del mandato, poiché il costo è stato spalmato contabilmente su più esercizi, dando una rappresentazione più fedele della situazione patrimoniale.

    In conclusione, per la società il TFM non è semplicemente un costo aggiuntivo, ma un investimento strategico che, se correttamente pianificato, genera un importante risparmio fiscale immediato e contribuisce a creare un rapporto più solido e duraturo con il proprio management.

    Questo lavoro affronta i principali aspetti civilistici e fiscali e indica il modo corretto di operare, per permettere l’imputazione della quota annua di costo societario per competenza ed evitare che lo strumento utilizzato porti a contestazioni o riprese fiscali da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

    Fa parte di questo strumento pratico operativo (tool) il verbale di assemblea dei soci.

    a cura di: Studio Meli S.t.p. S.r.l.

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