Firmati due decreti per proseguire sulla strada della prevenzione e del contrasto al lavoro sommerso.
Ne dà notizia il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, tramite due Comunicati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n. 89 del 15 aprile.
La pubblicazione conclude formalmente la verifica da parte della Commissione Europea del conseguimento dei traguardi e obiettivi PNRR di competenza del Dicastero per quanto riguarda la fase di cosiddetto assessment.
Il primo decreto (D.M. n. 57 del 6 aprile 2023) istituisce il Comitato nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso, nell'ambito del Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, il secondo (D.M. n. 58 del 6 aprile 2023) aggiorna lo stesso Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso per il triennio 2023-2025 e la relativa tabella di marcia attuativa.
"L'adozione dei due decreti ha un duplice valore – ha affermato il Ministro Calderone – perché da una parte essi costituiscono un presidio trasversale nella prosecuzione di un'azione necessaria per il miglioramento del mercato del lavoro in Italia, in termini di legalità, tutela dei diritti dei lavoratori e concorrenza leale tra le imprese. Dall'altra riconosce il lavoro degli uffici del Ministero nel conseguire, in anticipo rispetto alle scadenze, gli obiettivi previsti per il Dicastero dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza".
Prestito tra Familiari nel 2025: Perché un accordo scritto è indispensabile?
Nel tessuto delle relazioni familiari, il prestito di denaro per necessità importanti – come l'acquisto di un'auto, un anticipo per la casa o per sostenere un'attività – è una prassi comune e preziosa. Spesso, dato il forte legame di fiducia, questi accordi si basano su un semplice "impegno morale", senza alcuna formalità.
Tuttavia, questo approccio informale, un tempo la norma, oggi espone a rischi fiscali significativi che non possono essere ignorati.
Cartella di lavoro Excel per il calcolo dei Ratei e Risconti Attivi e Passivi relativi a costi/ricavi con competenza a cavallo di due esercizi.
Il Trattamento di Fine Mandato
L’attribuzione del Trattamento di Fine Mandato (T.F.M.) quale compenso aggiuntivo da riconoscere agli amministratori di una società, presenta vantaggi importanti che si manifestano su due piani:
- fiscale
- gestionale/strategico.
1. Vantaggi fiscali
Il T.F.M. rappresenta un'importante leva di pianificazione fiscale per le società e un significativo beneficio per i suoi amministratori.
Questo compenso, erogato al termine del rapporto di amministrazione, se correttamente strutturato, offre un duplice vantaggio fiscale: per l'azienda che lo accantona e per l'amministratore che lo percepisce.
I benefici fiscali del T.F.M. si articolano principalmente in due ambiti:
- la deducibilità del costo per competenza per la società, con conseguente riduzione dell'imponibile IRES ogni anno e
- la tassazione separata per il percipiente.
2. Vantaggi gestionali e strategici
Tralasciando il caso – peraltro molto frequente nelle società di piccole dimensioni (cosiddette “familiari”) di attribuzione del TFM per aspetti principalmente fiscali, è utile considerare il TFM un potente strumento di gestione aziendale perché favorisce questi importanti fattori:
In conclusione, per la società il TFM non è semplicemente un costo aggiuntivo, ma un investimento strategico che, se correttamente pianificato, genera un importante risparmio fiscale immediato e contribuisce a creare un rapporto più solido e duraturo con il proprio management.
Questo lavoro affronta i principali aspetti civilistici e fiscali e indica il modo corretto di operare, per permettere l’imputazione della quota annua di costo societario per competenza ed evitare che lo strumento utilizzato porti a contestazioni o riprese fiscali da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
Fa parte di questo strumento pratico operativo (tool) il verbale di assemblea dei soci.
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